Tuesday, April 18, 2006

La quiete dopo la tempesta.

Il parcheggio ora sembra vuoto e spoglio, l'occhio si è abituato a vederlo ricoperto di macchine.
Esci dall'ingresso e rimane solo la tua e quella rossa, in fondo, di chi ancora è con te.

Il silenzio, i suoni della natura, il cinguettio degli uccellini prima ricoperti da parole, richiami, risate e chiacchere. Quasi non riuscivi a parlare, da quanti si intromettevano, prendevano qualche tua parola e si finiva fra mille discorsi intrecciati, senza finirne alcuno.

Le braci quasi spente. Qualche griglia è già lavata al sole, si sta asciugando e te la ricordi ancora ricoperta di succulente e profumate bistecche.

Guardi in ogni angolo della casa, prima di chiuderla, cercando di non dimenticare nulla.
Primo piano, secondo, terzo. "I bagni sono chiusi? E le camere?"
"Il gas e l'acqua li hai spenti?"

"Che dite ci facciamo un the prima di partire? Tanto dopo questa mangiata stasera non si cena."

Finalmente riesci a scambiare quattro chiacchere con la nuova morosa del tuo amico, che tanto orgogliosamente ti voleva far conoscere.

L'ultima sigaretta, che diventa sempre la settima o l'ottava.

"Dai partiamo prima di trovare troppa coda in autostrada."

E in fondo allo stomaco senti questa sensazione strana, di chiusura, di smarrimento.
Come se ti avessero portato via qualcosa. Non ti rimane la gioia della compagnia, la dolce stanchezza della giornata.
Ti giri ancora a guardare. E' tutto finito. La giornata se n'è andata.
E qualcosa ti hanno portato via...

Chissà se sono solo io a provare questa sensazione.

In tutte le esperienze passate, le amicizie avute, le relazione finite ho sempre provato questa impressione di perdita, più della consapevolezza che mi avessero donato il loro tempo, la loro gioia, un loro sorriso.
Ho un forte senso dell'abbandono forse...o è normale provare queste cose?

Non è che per caso da piccola mi hanno ritrovato in un cassonetto, dopo una grigliata a Pasquetta?

Credo di non sentirmi a mio agio nel ruolo di chi resta. Chi parte ha tutta l'adrenalina e la curiosità di percorrere nuove strade. Ma chi rimane ha solo se stesso.
E dopo un po' sai che noia?!

E naturalmente appena imbocchi l'autostrada maledici quello che ti sei dimenticato sul cassettone in camera. "Cazz il mio cardiofrequenzimetro!?"

9 comments:

Anonymous said...

teso' pensa quando tu sarai a dublino, michi a edinburgo e io sarà la cogliona che è rimasta a roma

allora ne riparliamo di sindrome d'abbandono :)

Anonymous said...

c'è ancora qualcuno che si fa un thè prim di partire...io solo sigarette. anche quando torno.

L'Arrotino said...

Clo: anche tu nel cassonetto? ahahah
Deb: Il gin tonic era finito tutto a pranzo ;)

Anonymous said...

Arrotolino, anch'io mi sono sentita triste andandomene, siamo arrivati sabato sera, la serata è trascorsa in modo frenetico, la giornata ancora di più ed è scivolata via la possibilità di parlare con le persone che posso vedere poco e senza che me ne accorgessi era già sera...

L'Arrotino said...

Ben arrivata anonimona mia!!

Quindi mi stai dicendo che anche chi va è accompagnata da un senso di tristezza?!

Azz..è allora qual'è la soluzione?!

Ps le sgommate nel giardino le hai lasciate tu? AhaAaha

Michela said...

E chi proprio non c'era, allora?!
Io quella brutta sensazione l'ho sentita lo stesso, senza nemmeno aver vissuto la giornata con voi... Che fregatura.

Michela said...

Clo, tu sei la sorella povera, non puoi mica pretendere di cambiare ruolo nella favola!

:-*

L'Arrotino said...

Ahuhuaauhuuh Cenerentola!!
Chat lo sentivi anche tu quell'amaro in bocca, misto ai pezzettini di costina ancora incastrata nei denti? ahahhah

Michela said...

Sì Arrow... Solo che invece dei pezzettini di costina, tra i denti avevo chicchi di pepe nero di quella specie di poltiglia di agnello che gli scozzesi hanno come piatto tipico! AIUT!

:-S